Fin dai tempi remoti Bassanello veniva chiamato "Terra del 
			Patrimonio di S. Pietro". 
			
			
			Probabilmente nella donazione fatta da Liutprando, re dei 
			longobardi, nel 722, al papa Gregorio II e che comprendeva Sutri e 
			le vicinanze di Viterbo, era compreso anche il nostro paese. 
			Bassanello è stato feudo di pastorale e di conocchia o di velo 
			(retto cioè da Abatesse). Non si hanno notizie anteriori al secolo X 
			ma dal Cartario di S. Silvestro si rileva che Bassanello era stato 
			concesso in feudo dai papi all'Abbazzia di S. Silvestro a Roma. Nel 
			1285 l'Abbazzia passò ad una comunità religiosa femminile che 
			ereditò anche le concessioni di terre già accordate ai loro 
			predecessori. Infatti in un atto del Cartario in data 6 febbraio 
			1287 l'abatessa Erminia concede ad alcuni cittadini di Bassanello 
			una tenuta appartenente al monastero.
			
			
			Nel Cartario le notizie riguardanti Bassanello vanno dall'anno 955 
			al 1287. I documenti relativi a questo periodo parlano di 
			concessioni di terre da parte degli Abati e di donazioni di terreni 
			all'Abbazia da parte di cittadini Bassanellesi. Il primo documento 
			del Cartario in cui si fà però menzione del nostro paese è un atto 
			dell'Abate Tebaldo con il quale concede ai suoi nipoti alcuni fondi 
			nel territorio di Bassanello (Marzo 1058).
			
			
			Gli anni difficili e oscuri del Medioevo rivivono a Bassanello oltre 
			che nei monumenti rimasti intatti, nella epigrafe collocata nella 
			chiesa di S. Salvatore , che non ha importanza storica ma che ha 
			dato origine alla diatriba sul nome del paese. Il nostro paese 
			rimase estraneo alle lotte intestine che funestarono Roma, i suoi 
			cittadini vivevano tranquilli all'interno delle salde mura, sotto 
			una sicura organizzazione civile ed ecclesiastica.
			
			In 
			questo periodo sorgono le chiese di S. Maria e S. Salvatore. Al di 
			fuori del paese, la storia del Ducato Romano in questo periodo è 
			travagliata da lotte. Roma è pericolosa per lo stesso papa, e la 
			campagna è dovunque disseminata di ruderi di castelli caduti. In 
			mezzo al disordine generale nascono i Comuni, che col tempo 
			acquistano sempre maggiore autonomia. I piccoli centri rurali non 
			solo godono di una autonomia limitata ma spesso cadono in mano ad 
			avventurieri capaci. Un documento emanato da Innocenzo III nel 1212 
			dimostra che Bassanello, Palazzolo e Bassano erano occupati da 
			usurpatori. Il papa prima li invita ripetutamente a sgombrare questi 
			castelli, poi ordina al podestà di Orte di farseli restituire e 
			amministrarli.
			
			
			Dal 10 marzo 1303 è una convenzione tra il Comune di Bassanello e 
			quello di Viterbo, stipulava tra i procuratori legali del Comune e 
			Stefano Colonna, podestà e capitano di Viterbo, allo scopo di 
			mantenere reciprocamente la pace e difendersi dai comuni nemici. Il 
			Comune di Bassanello, che traeva maggior beneficio da questo 
			trattato, si obbligava a versare a Viterbo un tributo annuo da 
			pagarsi nella festa di S. Maria di Agosto. La prosperità e la pace 
			dovevano presto tramontare per lasciare il posto al disordine e 
			all'anarchia. Nel periodo della residenza dei papi ad Avignone, lo 
			Stato Pontificio fu in preda alla confusione. Bassanello insieme ad 
			Orte prese parte alla ribellione scoppiata nei territori di S. 
			Pietro. La ribellione fu sedata ad opera di neruccio di Enricuccio 
			di Soriano che, in compenso, ebbe dal papa Gregorio XI il castello 
			di Bassanello "ad beneplacitum". I vari papi concessero poi il feudo 
			di Bassanello a varie e potenti famiglie come gli Orsini 
			(1433-1500), i Della Rovere, che lo ebbero in dote dal papa Giulio 
			II per le nozze di Nicola Della Rovere con Laura Orsini. Nel 1534, 
			alla morte di Nicola Della Rovere, il feudo passa nelle mani del 
			figlio Giulio e, alla morte di questi, alla sorella Elena che aveva 
			sposato Stefano Colonna. Con i Colonna iniziò un periodo stabile per 
			Bassanello. Infatti i Colonna lo tennero fino ai primi del '700, 
			dopo di che passò ai Colonna Barberini di Sciarpa fino ai primi del 
			secolo. Poi i beni di Bassanello passarono alla Banca d'Italia e da 
			questa alla locale Università Agraria. Il castello fu poi acquistato 
			nel 1907 dal Marchese Luigi Misciattelli che lo restaurò e vi 
			impiantò una ceramica di pregevole fattura.